Elezioni Regionali: come cambia la geografia del nuovo Consiglio. Esclusi e nuovi ingressi.

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A pubblicazione avvenuta dei dati definitivi dello scrutinio dei voti validi per l’elezione del Consiglio Regionale della Campania, affiorano tante sorprese dalle urne in cui (pochi) elettori campani hanno espresso le loro preferenze: alcuni consiglieri uscenti hanno fatto flop giganteschi, altri hanno ottenuto un numero di voti molto inferiore alle aspettative, e per contrappeso saranno molte le new entries nel nuovo Consiglio che per la prima volta sarà composto da 50  e non più 60 consiglieri (l’assemblea aveva recentemente votato una – dei componenti, in piena spending-review). Un dato vale per tutti: complice l’alto astensionismo,la soglia per l’elezione si è molto abbassata e nessuno ha conseguito un vero e proprio boom di preferenze.

Partendo dallo schieramento vincitore, che aveva a capo Vincenzo De Luca con il Partito Democratico e le liste a lui collegate, a Napoli al primo posto si piazza Mario Casillo, assessore-in-pectore (trasporti?): il punto è che lui puntava a raccogliere 40mila voti, ma con il calo dei votanti ha superato a stento i 20mila. Confermati nel Consiglio Lello Topo e Nicola Marrazzo, delusi invece Gianluca Daniele ed Antonio Marciano, che non superano i diecimila voti ma grazie all’exploit di De Luca entrano comunque nel Consiglio. Restano sicuramente fuori Corrado Gabriele (ex assessore alla formazione e al lavoro della giunta Bassolino era stato eletto nel 2010 nelle liste del PD con un boom di preferenze) candidato questa volta nelle liste del Partito Socialista, è arrivato addirittura terzo nella sua lista, raccogliendo non più di 1.700 voti. E Biagio Iacolare, ex vice presidente del Consiglio Regionale e fautore del “patto di Marano” quello con cui De Mita ha suggellato lo strappo da Caldoro per passare a sostenere De Luca e il centrosinistra, “naturale casa dell’UDC” di questi giorni. Per lui una modesta affermazione personale (oltre 4 mila voti) e la speranza di vedere comunque riconosciuto in futuro il merito di aver promosso l’accordo che al momento sembra essere stato decisivo per la sorte delle consultazioni. Altra grande esclusa è la “signora” Rosa Criscuolo, nota alle cronache per la sua vicinanza all’ex Coordinatore FI (ora detenuto in attesa di processo) Nicola Cosentino e per una cena in camera d’albergo con l’ex ministro Claudio Scajola: la candidata in Centro Democratico si è guadagnata le ironiche virgolette per un video-comunicato in cui mandava affanc….i suoi detrattori. Restano fuori anche Tommaso Barbato, l’ex senatore transfugo prima dall’Udeur approdato poi un po ovunque e arrivato solo quinto nella lista Campania Libera nella circoscrizione di Napoli. In Consiglio ci salirebbe invece Carmine De Pascale, comandante delle Forze Armate del Sud Italia e primo nella lista civica di De Luca. In ogni caso il neo presidente gli avrebbe già garantito un posto da assessore alla sicurezza.

Fa il grande salto dalla giunta De Magistris di Palazzo San Giacomo all’edifico F13 del Centro Direzionale Franco Moxedano, primo eletto in Italia dei Valori. Da Campania in Rete, dovrebbe arrivare anche in Consiglio l’ex sindaco di Melito Antonio Amente, eletto allora con FI ed esce, invece lo scomodo “fascista” Carlo Aveta, ex rappresentante della Destra di Storace, candidato stavolta con il centrosinistra. Mai cambio di schieramento fu più funesto. Come quello di Bruno Cesario, passato dal Pd all’Api al Pdl ed approdato  nell’ Udc del suo storico padrino politico De Mita: per lui meno di mille voti. Bocciata la capolista dei Verdi, l’ex attrice Eleonora Brigliadori, che come candidata ottiene poco più di duecento voti, una cifra veramente misera che non le permette di entrare in Consiglio nemmeno con una delle sue fiction.

Il centro-destra sconfitto riparte dall’ex presidente Stefano Caldoro. A Napoli nel centrodestra il consigliere più votato è Armando Cesaro, figlio dell’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi, ma si deve accontentare di ventimila preferenze, mentre il suo obiettivo era di raccoglierne più del doppio e prima delle elezioni annunciava di voler battere ogni record in regione. Nella lista di Forza Italia, fa rumore il flop di Ermanno Russo,  nonostante un intero mandato da assessore regionale che perde due terzi delle preferenze raccolte cinque anni fa, Tra gli uscenti fuori anche Mafalda Amente, Massimo Ianniciello, Gennaro Nocera, Pasquale Giacobbe.
Ancora a destra risultato pessimo per la capolista Alessandra Mussolini, che ottiene appena duemila preferenze.

Peggio ancora va al blogger Angelo Ferrillo che non va oltre i 600 voti per la sua lista “Mai più la terra dei fuochi” ha conseguito un risultato veramente magro ben al di sotto delle sue aspettative. Non male il risultato dei due assessori uscenti di Ncd, Pasquale Sommese e Severino Nappi: hanno trainato la lista prendendo oltre trentamila preferenze in due. Ma i numeri danno spazio solo a Sommese mentre resta escluso l’ex assessore al Lavoro.

Ancora, tra i flop dei politici già in “esercizio” c’è il caso di  Ugo De Flaviis, già presidente del Consiglio Comunale di Napoli qui bocciato con meno di duemila voti. Trepidazione ed attesa per Fernando Farroni: il presidente del consiglio comunale di Portici in quota centrosinistra avrà il suo posto in Consiglio Regionale solo se scatterà il seggio a Napoli per la lista Noi Sud. Strategicamente vincente la scelta di Valeria Ciarambino di candidarsi sia alla presidenza della Regione che ad un posto di consigliere nella lista M5S di Napoli: con oltre 21mila voti è la più votata e ha l’accesso è assicurato.

Nel resto della Regione ad Avellino questa elezione sconvolge i rapporti di coppia: due consiglieri uscenti Antonia Ruggiero e Sergio Nappi, insieme nella lista Caldoro Presidente, insieme nella vita, ma entrambi bocciati dalle urne. Per loro poche centinaia di voti ed un futuro fuori dal Palazzo. Soffre anche il presidente uscente del Consiglio Regionale Pietro Foglia: seppur primo in Ncd, avrà il suo pass per il Consiglio Regionale solo se scatterà un seggio su Avellino. Da Benevento, buone nuove nel PD dal giovane Dem Mino Mortaruolo, esordio con quindicimila preferenze ed è suo un posto in Consiglio, dove non tornerà invece Sandra Lonardo in Mastella: buon successo personale con oltre diecimila voti per lei ma sembra non bastare per la ripartizione dei seggi. E’ una risposta imbarazzante per una a cui la Commissione Antimafia ha attribuito la patente di “impresentabile”. Lei però ha già annunciato querela.

A Caserta a volte ritornano, seppure con i figli: il consigliere più votato (20mila voti)  è Giampiero Zinzi, figlio dell’ex presidente della Provincia Domenico. Nel Pd, successo degli esponenti di lungo corso Gennaro Oliviero e Stefano Graziano. Flop del giornalista Gigi Casciello in Forza Italia, con solo 3mila preferenze circa.

A Salerno, feudo naturale di De Luca, gran rumore per il terremoto nel suo schieramento: nel Pd arriva solo terzultimo l’uscente Donato Pica, e questo risultato suona come una colossale bocciatura per il suo operato. Al primo posto c’è Franco Picarone, un esordiente. Deluso anche l’imprenditore Valentino di Brizzi, FI, che nonostante il successo personale nel Vallo di Diano (oltre 5.000 voti) resta fuori, mentre Monica Paolino è la prima degli azzurri. Passa con oltre 10.000 voti Alberigo Gambino, un altro degli “impresentabili” in lista con Fratelli d’Italia.

Per gli esclusi resta la chance (non improbabile) di essere impiegati nella squadra che il neo presidente presenterà a momenti. Prima di essere sospeso per gli effetti della Legge Severino.

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