A proposito di corruzione 4

0
5

A proposito di corruzione (4)

 È difficile stimare l’entità della corruzione(che spesso si associa a evasione fiscale e ad altri fenomeni di malaffare o di criminalità organizzata). Documenti ufficiali riportano la cifra indicativa di 60 miliardi di euro l’anno e questo può dare un’idea della grandezza della sfida. Il Commissario straordinario per la revisione delle spesa pubblica conta di riuscire a tagliare, nell’arco dei prossimi 3 anni, fino a poco più di 30 miliardi di euro. Sembrerebbe pertanto abbastanza immediato ritenere che – conducendo una seria lotta alla corruzione – ne potrebbero derivare rilevanti risorse per il rilancio dell’economia.
 Nonostante la gravosità della sfida, lo Stato in passato ha reagito al dilagare del fenomeno corruttivo e adesso sembra voler dare un ulteriore impulso in tale direzione tramite la creazione dell’Agenzia nazionale anticorruzione (A.N.A.C.).
 Come suo presidente è stato scelto Raffaele Cantone, un magistrato a lungo impegnato sul fronte della lotta alla mafia.  L’A.N.A.C. è stata interessata da una rilevante modifica da parte del d.l. 24 giugno 2014, n. 90 che ne ha significativamente trasformato la struttura e i poteri. Soprattutto ne ha ampliato la missione istituzionale. Rientra ora nelle sue competenze anche il controllo di tutti i contratti pubblici di appalti, di servizi e forniture che prima spettavano ad un’altra autorità, quella della “vigilanza dei contratti pubblici” (Avcp), contestualmente soppressa con il trasferimento di mezzi e personale. È previsto che entro il 31 dicembre, l’A.N.A.C. predisponga un piano di riordino della nuova autorità; mi aspetta un durissimo lavoro, ma particolarmente interessante e stimolante che può portare alla creazione di un authority operativa a 360 gradi, sia sul piano dell’anticorruzione sia su quello del controllo degli appalti.
Se però l’A.N.A.C. sarà o meno una scatola vuota dipenderà anche da come sapranno farla funzionare in concreto; il decreto legge citato ha obiettivamente rafforzato i nostri poteri sotto più profili e ora sta all’Autorità stessa dimostrare di sapere incidere nella realtà, tenendo presente, però, che il lavoro non è quello di scoprire fatti di corruzione (competenza questa della magistratura penale) ma di mettere in campo gli anticorpi per evitare che i fatti di corruzione accadano.
Questo post è stato pubblicato il 23 Luglio 2013 su Scrivo di te

Commenti

Commenti