Era Novembre quando, a causa delle bufere invernali e della cronica latitanza di manutenzione, dal Campanile che si erge tra via Marina e piazza Mercato crollarono pezzi ferro da un paio di chili l’uno. Arrivarono i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, e da allora la torre a ridosso di piazza Mercato è stata ricoperta da teloni bianchi rendendo visibile solo l’enorme armatura di ponteggi. Da allora il Campanile si è aggiunto alla già lunga lista dei monumenti transennati: Palazzo Reale, il Teatro di San Carlo, Castel Sant’Elmo, la Galleria Umberto I , la Galleria Principe di Napoli, il Museo Nazionale. Il 16 Luglio, da centinaia di anni si ripete lo spettacolare rito pagano dell’incendio del Campanile, che attira migliaia di spettatori e turisti provenienti dall’omonimo quartiere, ma anche dal resto della città a da più lontano ancora. Quest’anno , considerando lo stato del Campanile, l’incendio è stato annullato. Rimangono le funzioni religiose all’interno della Basilica di Santa Maria del Carmine, le bancarelle e poc’altro. Il rischio più realistico, a detta dell’impresa che dirige i lavori, è anche che gli spettatori salgano sulle impalcature minando stabilità e sicurezza. Propria e degli altri.