ATTUALITA’ : E’ vergognoso, è intollerabile, è a dir poco agghiacciante assistere con tanta passività agli episodi di violenza sulle donne che la cronaca ormai ci riporta tristemente con cadenza giornaliera. Bisogna fare qualcosa è anche presto, ci vogliono le risorse, gli strumenti, in particolare quelli di carattere legislativo per affrontare definitivamente questa vera e propria emergenza sociale cui sono sottoposte le donne. L’inasprimento, la certezza della pena e le cure psichiatriche devono essere gli aspetti predominanti per affrontare l’annoso problema. Non è ammissibile che in Italia la stragrande maggioranza dei condannati per stalking riesce ad ottenere così facilmente la sospensione della pena. Troppo spesso ci si ritrova al cospetto di casi di stalkeraggio reiterato, quando le maglie, sempre più larghe della giustizia, consentono il salvacondotto della sospensione del reato. Di seguito “per la serie se lo conosci, lo eviti” riportiamo in una breve sintesi lo stato esistenziale di uno stalker visto dalla medicina psichiatrica.
Lo stalker, detto “molestatore assillante”, è un uomo che vive un disagio psichico di cui spesso non è consapevole e che non sa gestire ed è la figura maschile più frequentemente correlata con il femminicidio. E’ complesso e dalla difficile diagnosi clinica stabilire cosa si intenda per stalker: se trattasi di un uomo disturbato, con problematiche psichiche o psichiatriche, aggressivo, soltanto minaccioso, se i suoi comportamenti si trasformeranno poi in azioni, se ha perso aderenza con la realtà, se è così solo durante una particolare fase della sua vita, o soltanto con una donna e non con altre, per sempre, saltuariamente, se si tratta di una dipendenza affettiva, di un mal d’amore, e così via.
Dal punto di vista psicologico, lo stalker attua dei comportamenti molto simili a quelli messi in atto da chi soffre di dipendenza affettiva; è infatti intrusivo ed insistente, non regge la distanza, il rifiuto, necessita di “dosi di presenza” dell’altro sempre maggiori, nega la realtà perché troppo dolorosa e nega la mancanza d’amore.
Lo stalker, desidera ad ogni costo avere un contatto con quella che viene designata come la sua “vittima”, o le sue vittime, generalmente trattasi di conoscenti, di soggetti inerenti l’ambito lavorativo o di ex fidanzate, con le quali ha intrattenuto una relazione sentimentale, sociale e lavorativa anche breve, spesso mal conclusasi.
Solitamente la vittima è donna, ma può essere anche il collega di lavoro, l’amico o il conoscente di turno, l’ex amante, la fidanzata o comunque la protagonista o il protagonista della sua vita fantasmatica, donna che è stata oggetto di “fantasie amorose”, ricambiate o presunte e che ha poi espresso il desiderio di interrompere la relazione, perché giunta al termine o nociva.
A volte, lo stalker può essere anche un estraneo, un conoscente, un vicino di casa, mosso da un forte investimento affettivo (sentimenti di odio o amore).
L’elemento clinico determinante è la “fissazione” sul suo ipotetico oggetto d’amore, che si tratti di una relazione reale, esistita in passato o esistita solo nel suo immaginario e fantasia.
Con la parola inglese “stalking”, si intende pedinare, braccare, fare la posta, terminologia che da il senso delle “molestie assillanti”, con l’unico scopo di attirare a sé e possedere la vittima, preda, donna predestinata e sempre fortemente desiderata.
Lo stalking dunque è un uomo che mette in atto tutta una serie di comportamenti intenzionali, predeterminati, ostili e minacciosi e soprattutto persistenti, finalizzati all’inseguimento o alla molestia, spesso psico-fisica, di un’altra persona.
LA LETTERATURA INTERNAZIONALE EVIDENZIA CHE PER PARLARE DI STALKING DEVONO ESSERE PRESENTI BEN TRE ELEMENTI:
1– un soggetto, detto stalker, che palesa un disagio psicologico, corredato da tutta una serie di comportamenti inadeguati, persecutori e lesivi la libertà della vittima. Deve essere presente inoltre una fissazione ideo-affettiva nei confronti della vittima predestinata;
2- una sequenza comportamentale (stalking behavior) ossessiva, caratterizzata da atti di sorveglianza, controllo, di comunicazione assillante e perentoria e di ricerca continua di contatto;
3– la persona scelta dallo stalker, detta stalking victim, è sempre un soggetto o una serie di soggetti plurimi che ovviamente non gradiscono tali comportamenti, vivendoli come invasivi, minacciosi, ostili e limitanti la libertà e qualità di vita.
Luigi Esposito