La scena è arcinota e ogni giorno si replica ad ogni semaforo di ogni città più o meno poolata: siete fermi al semaforo aspettando pazientemente il vostro momento per passare e vi si avvicina, camminando tra le auto in coda, un mendicante, storpio e mal sorretto da una stampella che vi chiede con una certa insistenza di aiutarlo con un piccolo contributo economico. La lotta intrinseca dell’automobilista è tra diffidenza e senso di carità, ma dopo pochi secondi diventa anche fisica per scansare quella sagoma ingombrante, pericolosamente in bilico tra le auto e i clackson delle stesse, che vi sollecitano a liberare l’incrocio, essendo intanto scattato il verde. Chi non ha pensato, ricacciando il pensiero stesso un attimo dopo, di farsi giustizia col proprio paraurti anteriore?
La giustizia, quella vera, l’ha invocata invece un cittadino che aveva citato dinanzi al Giudice il Comune di Udine in quanto ” cittadino automobilista circolante e fruitore di strade pubbliche” aveva patito disagio ed ansia derivanti dalla “pratica di pedoni ben vestiti e ben pasciuti anche deambulanti con stampella e, muniti di cartello, marsupio e berretto” che ad un incrocio semaforico erano soliti chiedere l’elemosiva da oltre un anno agli automobilisti. Poichè il Comune, proprietario della strada, non aveva posto in essere misure idonee ad evitare questi comportamenti “molesti” oltre che “pericolosi per la circolazione, ne chiedeva la condanna al risarcimento del danno esistenziale.
La Cassazione con sentenza n. 13568/2015 ha contestato al ricorrente che la premessa fosse sbagliata: “i pedoni che chiedono insistentemente soldi sulla strada comunale” non sono equiparabili “al tronco caduto sull’asfalto” per cui il comune sarebbe tenuto allo sgombero, ma trattandosi di una forma umana di mendicità e di richiesta di aiuto da chi sia in difficoltà tale attività rientrerebbe tutt’al più nei poteri del Sindaco di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità e la sicurezza pubblica. Visto che su tali poteri la competenza è del Giudice amministrativo, spetterà a questo valutare se sussitono i presupposti per la condanna dell’Ente ai danni arrecati al cittadino. La sentenza è attesa a breve.
Riponete intanto i vostri peggiori propositi, o automobilisti spazientiti.